STAMPATO IL VOLUME EPIGRAPHICA LXXXI 2019

Thignica (Antonio Corda), Epigraphica 2019

Il volume LXXXI 2019 di “Epigraphica” è stato stampato in circa 750 pp.

Può essere acquistato presso:

Fratelli Lega Editori, Corso Mazzini 33, 48018 Faenza tel. 0546 21060.

Nella foto di Antonio Corda: La dedica a Mercurio di Thignica (Ain Tounga).

Attilio Mastino
INTRODUZIONE
Con grande emozione licenziamo alle stampe, grazie all’impegno
dell’Editore e di molti studiosi, questo LXXXI numero
di «Epigraphica», con tante novità, con molte iscrizioni inedite,
con uno sguardo internazionale e in un orizzonte di fortissimo
rinnovamento, nel quale vorremmo coinvolgere tutto il mondo
degli specialisti. Sempre più intendiamo procedere insieme sui
differenti versanti di una disciplina pienamente vivace che non
si limita a presentare le scoperte delle n. uove iscrizioni greche
o latine, ma che investe pienamente il tema della comunicazione
nel mondo antico, dell’acculturazione e della formazione dell’opinione
pubblica, si allarga alla storia degli studi, alle relazioni
con l’archeologia e con la storia dell’arte, con la papirologia e con
la numismatica; oggi ancor più grazie all’informatica, alle nuove
tecnologie digitali, alla fotogrammetria, alla computer vision, al
trattamento delle immagini, alla modellizzazione in 3D.
Ormai ottanta anni fa, nell’occasione del I Congresso Internazionale
di Epigrafia, tenuto ad Amsterdam nel 1939, Aristide
Calderini, professore nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano, diede vita ad un periodico destinato a «pubblicare testi
epigrafici nuovi o già noti … accogliere studi sulla tecnica, la lingua,
la storia dell’epigrafia»: nasceva così la rivista «Epigraphica»,
affidata alla Casa Editrice Ceschina di Milano, diretta da Calderini
fino alla morte, con un obiettivo preciso, quello di presentare
in tempo reale le nuove scoperte, le nuove riflessioni, le nuove
sintesi, senza trascurare fin dall’inizio la storia degli studi.
Nel 1972, per iniziativa di Giancarlo Susini, professore ordinario
nell’Università di Bologna poi Preside della Facoltà di Lettere
e Filosofia, la rivista al suo XXXV numero ha mutato sede
e la sua pubblicazione è stata assunta dall’Editrice Fratelli Lega,
che ancora oggi continua in questo compito. Giancarlo Susini ne
è stato Direttore fino al 1977 e Direttore Responsabile fino all’anno
2000, sostituito da Angela Donati (Condirettrice dal 1977 al
1989), affiancata come redattrici prima da Alba Calbi e poi da Maria
Bollini. Dal volume LXXII (2010) ho avuto il grande onore di
essere associato in questa straordinaria impresa e di essere inserito
nel Comitato di Direzione assieme a Maria Bollini, sotto la presidenza
della Responsabile Angela Donati, allora chiamata a guidare
il Dipartimento di Storia Antica dell’Università di Bologna.
Per volontà espressa dieci anni fa proprio da quest’ultima
(ormai professore emerito di Epigrafia Latina nell’Alma Mater
Studiorum di Bologna) a partire dal numero LXXXI (2019) mi
è stata assegnata la direzione di «Epigraphica», coinvolgendo in
questa impresa le due Università della Sardegna e in particolare
il Dipartimento di Storia Scienze dell’Uomo e della Formazione
dell’Università di Sassari e il Dipartimento di Lettere, Lingue e
Beni culturali dell’Università di Cagliari. Condirettore è Maria
Bollini, ora professore emerito dell’Università di Ferrara. Il Comitato
scientifico è stato allargato a numerosi giovani studiosi italiani
e stranieri, così come il Comitato di redazione. La Direzione
si vale inoltre di un ampio Comitato internazionale di lettura al
quale sottopone, a seconda delle specifiche competenze e in forma
anonima, gli articoli pervenuti (due o tre revisori per singolo
articolo).
Il risultato che presentiamo oggi con questo LXXXI volume,
che ci sembra senza dubbio un passo in avanti, è frutto di un impegno
significativo di chi ci ha preceduto e ora di tutti noi: grazie
soprattutto alla nostra indimenticabile Angela Donati, scomparsa
a Bologna il 13 ottobre 2018, lasciando tanti rimpianti, che ha
riposto fiducia nella nostra azione, nel nostro impegno, nel nostro
entusiasmo. Grazie alla Famiglia, a Paola Donati e all’Editore
Vittorio Lega. Grazie a tutti coloro che si sono associati e che si
vorranno associare senza più esclusioni, a questa impresa.
Qualche mese fa abbiamo dedicato ad Angela Donati a Tunisi
il XXI convegno de L’Africa Romana sul tema «L’epigrafia
del Nord Africa: novità, riletture, nuove sintesi». La studiosa è
stata – per usare le parole di Giancarlo Susini – «il primo professore
di Storia romana nell’Ateneo sassarese fin dal 1974», dove
aveva assegnato alcune tesi di demografia storica partendo dalle
iscrizioni antiche: dieci anni dopo, aprendo assieme ad Azedine
Beschaouch il terzo dei convegni de L’Africa Romana ricordava
lei stessa che all’Università di Sassari la legavano sul piano scientifico,
intensi comuni programmi di ricerca e, sul piano umano,
il riconoscimento di una radice e di una matrice di autentico e
schietto spirito amico. Ma poi erano arrivati i tanti altri incontri
scientifici da Bertinoro a Genova, da Bologna a San Marino, da
Sofia a Barcellona. Oggi vorrei far prevalere il ricordo dell’amica
cara davvero, che aveva scelto nella ricerca di far brillare il proprio
impegno sociale e politico, con dedizione, con finezza, lungi
dalla retorica, con generosità, con la capacità di scoprire i talenti
dei giovani allievi, come quando su «Epigraphica» accoglieva articoli
che presentavano scoperte e novità da tutto l’ecumene romano,
correggendo attentamente, indirizzando, suggerendo, sempre
con uno sguardo paziente e partecipe. L’abbiamo ammirata per le
sue straordinarie doti di organizzatrice di incontri internazionali
già agli esordi del programma Erasmus nel 1987, di mostre indimenticabili
e di musei modernissimi; l’abbiamo osservata scrivere
l’introduzione a tanti volumi diversi in un orizzonte larghissimo,
riuscendo a sintetizzare con parole semplici obiettivi e orientamenti
nuovi, spaziando come il suo Maestro dalle singole schede
e dagli aspetti tecnici dell’officina lapidaria fino alle grandi sintesi.
In questo sempre desiderosa di manifestare concretamente
il più grande rispetto per le tradizioni culturali e religiose, per la
profondità delle diverse storie e delle diverse culture, per il patrimonio
identitario, con la consapevolezza che esistono variabili
geografiche e cronologiche nel momento in cui culture diverse entrano
in contatto, sempre evitando di perdere la concretezza e di
piegare il dato scientifico a schemi ideologici, a vuoti moralismi, a
giudizi «a priori». Contro le semplificazioni che non danno conto
della complessità della storia.
Eppure non ha mai rinunciato ad un puntualissimo lavoro di
indicizzazione analitica per la Rivista e per le Monografie delle
sue Collane «Epigrafia e Antichità» e «Studi di Storia Antica»,
che pubblicava con Vittorio Lega. Se è vero che un pezzo di noi
se ne è andato per sempre, siamo convinti che le sue opere non
invecchieranno nel tempo, ma resterà soprattutto il sapore della
novità, il ricordo di una generosità e di una disponibilità senza
eguali, la preziosa funzione di collegamento anche come segretaria
generale dell’Associazione internazionale di epigrafia greca
e latina, un punto fermo al quale guardare, soprattutto in futuro,
con ammirazione, con il desiderio di emulazione.
A me personalmente resta il ricordo dolce di un’amica e la
consapevolezza di un debito che è aumentato giorno per giorno.
Con le tante confidenze, fino ai suoi imminenti splendidi progetti
per questa nostra rivista «Epigraphica», che cercheremo di mettere
in pratica con lo spirito giusto.
In occasione della Santa Messa a San Domenico a Bologna,
il 17 ottobre Riccardo Vattuone ha voluto ricordare il passo di
Giobbe 19, 23 ss., che tanto la emozionava:
«Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero
impresse con stilo di ferro anche su una tavola di piombo (stylo ferreo
et plumbi lamina), per sempre s’incidessero sulla roccia! (sculpantur
in silice)»: τίς γὰρ ἂν δῴη γραφῆναι τὰ ῥήματά μου, τεθῆναι δὲ αὐτὰ
ἐν βιβλίῳ εἰς τὸν αἰῶνα ἐν γραφείῳ σιδηρῷ καὶ μολίβῳ ἢ ἐν πέτραις
ἐγγλυφῆναι;
Le scritture antiche hanno rappresentato per Angela il mezzo
attraverso il quale superare le barriere dello spazio e del tempo.
Allora grazie per questo prezioso insegnamento e per un’eredità
che raccogliamo consapevoli dei nostri limiti e insieme desiderosi
di coinvolgere, di accogliere, di superare ogni conflitto. Se
qualche ricerca fosse andata perduta nel passaggio di consegne di
questi mesi, il prossimo numero LXXXII (2020), già in avanzata
preparazione, sarà l’occasione per rimediare.
Per un attimo vorrei lasciarmi andare ad una riflessione che
mi riguarda personalmente: se c’è una cosa che mi hanno raccomandato
i miei Maestri, è stata quella di mantenere un carattere
operativo, di estrema sintesi e di concretezza ai miei interventi;
non so se sempre sono stato coerente, ma spero che questo sarà il
metodo seguito almeno dai miei allievi. In ogni caso questa sarà
l’impostazione della nostra rivista, che non rinuncerà mai alla caratteristica
principale dell’Epigrafia, al suo carattere scientifico,
alla capacità di ricostruire senza mediazioni e senza deformazioni
rapporti, ambienti, paesaggi che cogliamo con freschezza da un
mondo antico che ancora oggi ci parla.
Bologna-Sassari, 30 maggio 2019