USCITO OGGI IL VOLUME LXXXVII 2025 DI EPIGRAPHICA, L’ERMA DI BRETSCHNEIDER

INDICE

Rossana De Simone, In ricordo di Maria Giulia Amadasi Guzzo p. 9

Attilio Mastino, La scomparsa di Manfred Clauss p.  15

Maria Silvia Bassignano, Epigrafi da Campagna Lupia (agro patavino) p. 17

Domenico Benoci, Un inedito cippo miliario dal territorio di Cisterna di Latina p. 25

François Bertrandy, Notes sur les Cirtéens dans les cohortes de Rome p. 33

Maria Luisa Bonsangue, Fabrice Bigot, Epitaphes inédites de Narbo Martius:

le site du «Carrefour des plages» (Ier-IIIe siècle ap. J.-C.) p. 45

Samuele Cambianica, Mattia Gillioz, L’epigrafe del sarcofago «anepigrafo» del

convento dei Serviti di Mendrisio (Ticino, Svizzera) p. 91

Giuseppe Camodeca, Nuove iscrizioni latine da Cumae p. 107

Giulio Ciampoltrini, Paola Rendini, C. Considius Nonianus, L. Luscius e

gli altri. Bolli doliari d’età post-sillana nella Media Valle dell’Albegna p. 121

Giorgio Crimi, Una stele inedita di un sesquiplicarius degli equites singulares

Augusti p. 131

Werner Eck, Zu den zeitlichen Unterschieden zwischen tribunicia potestas und

Konsulatsdatum in den Bürgerrechtserlassen p. 151

Adriana Tosca Esbardo, Nuova lettura di un’iscrizione della regio VIII:

CIL XI 833 p. 165

Claudio Farre, I cippi a capanna della Sardegna: ulteriori riflessioni su testi editi

e inediti p. 173

Marta Fogagnolo, Reimpiego e rifunzionalizzazione del supporto epigrafico:

un esempio da Didyma p. 187

Annarosa Gallo, Assetto istituzionale ed epigrafia pubblica a Taras, colonia

Neptunia e Tarentum dal II secolo a.C. al tardo impero p. 201

Pietro Garofoli, Reimpiego e trasformazione ‘statica’ del patrimonio epigrafico:

il caso di Lindos II 465 p. 221

Gian Luca Gregori, Disiecta membra. Alcune inedite iscrizioni amerine p. 241

Samia Jouini, Nouvelle stèle à Saturne des environs de Vaga (Béja, en Tunisie) p. 249

Yann Le Bohec, Un nouveau document et les estampilles de l’armée romaine

d’Afrique p. 265

Patrick Le Roux, Un évocat à Legio VII Gemina (León) p. 281

Orazio Licandro, Perpetuus nei Fasti di Privernum e nelle Res Gestae Divi

Augusti. Epigrafia e filologia delle istituzioni politiche romane p. 295

Marta Marucci, Alcune osservazioni sull’impiego del segno L in luogo di ἔτος

in iscrizioni sepolcrali greche di Roma p. 319

Ioan Piso, La carrière équestre de M. Ulpius Cerialis p. 335

Francesca Prado, Un adlectus inter tribunicios dal corpus epigrafico di Centuripe? p. 361

Víctor Revilla Calvo, Alejandro G. Sinner, Élites y autorrepresentación en

contexto rural. Una inscripción de los Manlii en el santuario de Can Modolell

(Cabrera de Mar, Barcelona) p. 375

Paola Ruggeri, Il Saturno-Frugifero del municipio di Thignica (Aïn Tounga),

Tunisia; custode della sacralità di un luogo speciale p. 395

Lorenzo Serino, I nomi collettivi dei negotiatores italici e il contesto linguistico

di Delo nel II sec. a.C. p. 413

Marina Silvestrini, Sergio Capurso, Un’inedita iscrizione funeraria da

Sipontum p. 427

Enrico Angelo Stanco, L. Volusius L.f. Maro: la fortunata carriera del figlio

di un liberto intraprendente e capace p. 437

Sergio Turrisi, Autorappresentazione e considerazione sociale degli insegnanti nella

società romana tra Repubblica e Principato: fonti letterarie vs iscrizioni latine p. 459

Ginette Vagenheim, Pirro Ligorio et la statue de saint Hippolyte à la Bibliothèque

Apostolique Vaticane p. 471

Rocco Viccione, L’ultima statua onoraria dalla diocesi italiciana. A proposito

di CIL X 4859 da Venafrum p. 495

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Schede e notizie

Oscar Luis Ciliendo, Una nuova iscrizione da Aquilonia p. 507

Simone Don, Uno dei primi quattuorviri iure dicundo di Verona (Pais 629) p. 512

Maria Rosa Turi, Un peso fittile iscritto da Paestum p. 516

Serena Zoia, Un frammento inedito da S. Ambrogio a Milano p. 523

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Recensioni

Maria Letizia Caldelli, Gian Luca Gregori, Recensione a T. Nuorluoto,

Latin Female Cognomina. A Study on the Personal Names of Roman Women,

Helsinki, Societas Scientiarum Fennica, 2023 (Commentationes Humanarum

Litterarum 146), 529 pp. ISBN 978-951-653-498-8. p. 531

Chiara Calvano, Recensione a S. Rocchi, S. Andronio (edd.), Mariangelo Accursio

tra l’Italia e l’Europa. Poeta, filologo, epigrafista e diplomatico, Roma, Deinotera,

2023, pp. XIII, 295. ISBN 978-88-89951-43-9. p. 538

Ginette Vagenheim, Recensione a A. Sansone, Amicizia ed erudizione. Il carteggio

scientifico tra Bartolomeo Borghesi e Luigi Nardi. Lettere scelte (1802-1837),

«Strumenti e documenti n. 8», Centro Sammarinese di Studi Storici

dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, 2024, 306 pp.

ISBN 979-12-80232-82-3. p. 543

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Nouvelles de l’A.I.E.G.L. 2024 p. 545

Elenco dei collaboratori p. 549

La collana «Epigrafia e Antichità» p. 551

LA SARDEGNA NEL MONDO ROMANO FINO A COSTANTINO

Il 25 aprile ore 17,30 Pascal Arnaud (Università di Lione) presenterà a Cagliari nell’aula Motzo (Piazza d’armi) il volume di Attilio Matino, La Sardegna nel mondo romano fino a Costantino, collana  Sardiniae memoria diretta da Paolo Maninchedda, UNICAPRESS diretta da Antonio M. Corda, 2025

<< I Romani sottrassero la Sardegna – almeno stando a Polibio – con l’inganno e con giustificazioni inaccettabili: occuparono un’isola vasta, popolosa e fertile, senza esser stati provocati, molti mesi dopo il trattato che chiudeva la prima guerra punica. Questa sarebbe stata la causa principale della guerra annibalica, dopo la proditoria occupazione delle città, delle terre, delle miniere da parte dei mercenari per conto dei Romani, alla vigilia della rivolta di Hampsicora.

A partire da questo momento, le mille eredità culturali, linguistiche, istituzionali, giuridiche, economiche paleosarde e cartaginesi in Sardegna si confrontarono, anche militarmente con Roma, dimostrando una complessità e una dignità che andavano ben al di là della sola esperienza punica.

Furono i populares, in particolare Cesare e poi Augusto, ad avviare un processo di “romanizzazione” di quella che Cicerone conosce ancora come la natio Sarda, processo che non oscurò mai completamente la cultura locale, ma che divenne inarrestabile e che si accompagnò con il nuovo immaginario dell’isola felice (eudàimon), che godeva di una mitica abbondanza di prodotti ed era abitata dalle Ninfe del mare e della terra. Questo volume vuole tentare di ribaltare la prospettiva di interpretazione della storia della Sardegna, non più come isolata, ma inserita attivamente nel mondo romano, richiamandosi ai grandi maestri che hanno studiato l’importanza decisiva della fase romana fino a Costantino e ben oltre.

Dietro questo libro c’è l’appassionato lavoro sul campo di generazioni di studiosi impegnati con coraggio in grandi imprese sempre più internazionali, con uno sguardo largo e un orizzonte finalmente aperto: a loro siamo debitori di tante scoperte, di tante intuizioni, di tanti scambi e confronti all’interno dell’ecuméne romana>>.

<<Attilio Mastino (1949), è uno storico ed epigrafista, studioso del mondo antico, specialista nello studio dell’antichità classica ed in particolare nella storia delle province romane del bacino del Mediterraneo. Fondatore e presidente dal 2016 al 2024 della Scuola Archeologica Italiana di Cartagine.

Dal 2009 al 2014 è stato Rettore dell’Università di Sassari, dove ha insegnato dal 1981 fino al 2019 Storia Romana nel corso di laurea in Beni Culturali e nel Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione. Allievo di Giovanni Lilliu, Bruno Luiselli, Mario Torelli, Fausto Zevi, Angela Donati, Lidio Gasperini, Giancarlo Susini, dopo aver lavorato per dieci anni presso l’Università di Cagliari con Piero Meloni e Giovanna Sotgiu, è stato direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari, direttore del Centro sulle province romane, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, presidente del Dottorato di ricerca Il Mediterraneo in età antica.

Per un decennio Pro rettore vicario con delega alla ricerca e al bilancio tra il 1998 e il 2009.

È oggi un epigrafista con incarichi a livello internazionale; ha diretto gli scavi archeologici di Uchi Maius e di Thignica in Tunisia; ha lavorato a Cartagine, Thugga, Bulla Regia, al castellum Tamudense in Marocco, a Constantine in Algeria, a Leptis Magna in Libia, così come a Bengasi in Cirenaica; naturalmente in Sardegna a partire dagli scavi di Cornus del 1978. Presiede da 40 anni il Comitato scientifico dei 22 Convegni finora svolti su L’Africa Romana (1983-2022); ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui l’”Onorificenza dello storico arabo”.

È direttore di “Epigraphica”, la principale rivista del settore, fondata 85 anni fa da Aristide Calderini. È Membro del Consiglio di amministrazione dei Musei Reali di Torino>>.